Archivi tag: UE

A colloquio con Pietro Bartolo: «L’Europa non chiuda la porta ai migranti».

«Tra dieci o quindici anni quando mia nipote leggerà delle migliaia di morti nel Mediterraneo e mi dirà: “Nonno ma tu cosa hai fatto? Dov’eri? Tu eri un deputato, tu avevi una responsabilità, cosa hai fatto? Cosa le risponderò: che ho fatto dei film? Che ho scritto dei libri? Le dirò che in questo parlamento non sono riuscito a cambiare le cose…». In questo attimo preciso la voce di Pietro Bartolo si alza per un momento mentre le mani si abbandonano a un breve cenno di stizza indicando verso l’emiciclo, distante una manciata di metri, la sala in cui sta per riunirsi insieme agli altri 704 eurodeputati. È il momento più intenso della nostra intervista al parlamentare europeo, eletto nel 2019, e iscritto al gruppo dei Socialisti e Democratici. Un volto conosciuto ai più per il suo ventennale impegno come medico di Lampedusa, isola che gli ha dato i natali e a cui dimostra di essere intimamente legato. Lo abbiamo incontriamo a Strasburgo in occasione della plenaria di ottobre e ha accettato di rispondere alle nostre domande. Leggi la nostra intervista.

Continua a leggere

L’UE verso la revoca delle sanzioni al Burundi. La protesta dei difensori dei diritti umani

Ci vorrà ancora del tempo prima di vederne gli effetti, ma la strada sembra essere tracciata: l’Unione europa ha annunciato l’avvio dell’iter per la rimozione delle sanzioni imposte al Burundi nel 2016 a seguito delle violazioni dei diritti umani intensificatesi dopo il fallito colpo di stato del 2015.

Continua a leggere

Il Parlamento Europeo chiede misure contro il razzismo verso africani e afrodiscendenti

I deputati europei chiedono all’UE e ai suoi Stati membri di adottare misure per affrontare il razzismo costante che le persone di origine africana si trovano ad affrontare oggi in Europa.

In una risoluzione non legislativa adottata martedì 26 marzo – con 535 voti favorevoli, 80 contrari e 44 astensioni -, il Parlamento esorta le autorità europee e nazionali a sviluppare politiche antirazziste e a porre fine alla discriminazione in settori quali istruzione, alloggi, sanità, giustizia penale, partecipazione politica e migrazione.

Attualmente in Europa vivono circa 15 milioni di persone di origine africana che si trovano ad affrontare discriminazioni persistenti e sono soggetti a stereotipi negativi profondamente radicati.

A confermarlo è una ricerca presentata alla fine di novembre 2018 allo stesso Parlamento Europeo e realizzata dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (FRA – Fundamental Rights Agency) dal titolo “Essere neri nell’Ue”.
Continua a leggere

Italia-Africa: il governo (e Salvini) non buttino quanto
fatto negli ultimi anni

Una premessa obbligatoria: per quanto profondamente diverso nei toni – spinti fino all’ostentazione – e fatto salvo per la decisione di chiudere i porti (vera grande novità del governo Lega-M5S) l’approccio del Ministro degli Interni Matteo Salvini alle questioni migratorie non fa che proseguire e portare fino alle estreme conseguenze la linea tracciata dal suo predecessore Marco Minniti: stesso approccio con la Libia, basato sul finanziamento della Guardia Costiera in cambio del blocco delle partenze, stessa volontà di esternazionalizzazione delle frontiere esterne verso Niger e Sudan (ci siamo dimenticati della “naufragata” missione in Niger?). Anche le richieste all’Unione europea, seppur all’interno di una dialettica radicalmente cambiata nelle prospettive (da forza convintamente europeista a forza antisistema, almeno nei toni), vanno nella direzione di una condivisione europea degli sforzi e la proposta di un sistema obbligatorio di ripartizione dei richiedenti asilo in base a quote nazionali.

Ma, al di là delle politiche migratorie – perché la relazione tra Europa e Africa è ben più complessa!  – c’è qualcosa che rischia di cambiare in maniera radicale con il nuovo governo.

Mi riferisco al più generale approccio dell’Italia al continente africano.

Continua a leggere

A Bruxelles la Conferenza per il Sahel: i costi umani e materiali della missione europea

Due soldati francesi della forza anti-terrorismo dispiegata nell’Africa occidentale sono stati uccisi ieri, 21 febbraio, nel nord del Mali.

Lo ha reso noto lo stato maggiore dell’esercito transalpino che ha rivelato come il veicolo su cui viaggiavano sia esploso su una mina mentre era impegnato in un’ operazione di pattugliamento.

L’episodio è avvenuto al confine tra Niger e Burkina Faso, in un’area già teatro di attività da parte di gruppi jihadisti; il mese scorso in un attacco analogo erano rimasti feriti altri tre soldati.

La morte dei due soldati francesi arriva a poche ore dalla Conferenza di alto livello sul Sahel in programma venerdì 23 febbraio a Bruxelles nel palazzo della Commissione europea. Continua a leggere

Cara Europa se vuoi dialogare con l’Africa devi prima ascoltare (e fare autocritica)

“Dobbiamo iniziare a guardare all’Africa con occhiali africani”. Il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, ha utilizzato questa espressione mercoledì 22 novembre nell’emiciclo di Bruxelles introducendo la Conferenza per un nuovo parternariato con l’Africa organizzata ad una settimana esatta dall’Eu-Africa Summit di Abidjan.

Al suo fianco, oltre all’Alto commissario per la politica estera e di sicurezza, Federica Mogherini,  c’erano, tra gli altri, il presidente del Centrafrica Touadéra, il ministro degli esteri del Mali, Abdoulaye Diop, e il presidente del Parlamento Panafricano Roger Nkodo Dang. Grande assente il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki Mahamat, che ha incontrato Mogherini in mattinata per poi lasciare Bruxelles. Continua a leggere

Ue: aiuti allo sviluppo utilizzati per costruire “muri”. Le accuse di Global Health Advocates

In occasione della riunione dei ministri europei dello sviluppo in Estonia l’11 settembre, un nuovo rapporto della ONG Global Health Advocates dimostra come l’attuale strumentalizzazione degli aiuti allo sviluppo dell’Unione Europea per arrestare i flussi migratori rappresenti una strategia destinata a fallire.

“Gli aiuti allo sviluppo hanno l’obiettivo di finanziare programmi a lungo termine per sradicare la povertà,  in linea con le priorità di sviluppo dei paesi partner. Tuttavia – scrivono in un comunicato i promotori del rapporto -, il Fondo Finduciario d’Emergenza dell’UE per l’Africa, uno strumento piuttosto recente lanciato in modo affrettato dall’Unione Europea con un budget di quasi 3 miliardi di Euro in aiuti allo sviluppo, fa esattamente il contrario: privilegia soluzioni rapide a problematiche nazionali europee, senza un reale coinvolgimento dei governi locali e della società civile in Africa”.

Continua a leggere

Mediterraneo: crollano gli arrivi in Italia. Ma in Europa
si può davvero esultare?

A member of Libya’s coastguard points during a patrol east of Tripoli, Libya May 28, 2015. REUTERS/Ismail Zitouny

Non c’è che dire, i dati parlano chiaro: la strategia messa in atto dal governo italiano, con il sostegno dell’Unione europea, e portata avanti con determinazione dal ministro degli interni Marco Minniti sta dando i frutti desiderati: nel mese di agosto il numero di migranti soccorsi in mare e portati sulle coste italiane, per entrare poi nel sistema di accoglienza, è drasticamente diminuito.

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’interno le persone sbarcate dal 15 al 24 agosto sono state 511 a fronte delle 3850 dello stesso periodo del 2016. Continua a leggere

Se Tallinn non chiama Addis. Quel filo interrotto tra
i leader dei due continenti

“Due continenti, un solo futuro”. E’ questa la scritta, o forse potrei dire il motto, che campeggia sotto la testata di questo blog fin dalla sua nascita, ormai tre anni fa.

Non è retorica, ma la convinzione – concreta – che la storia e il destino di Africa ed Europa siano intrinsecamente legati. Basta scorrere gli articoli pubblicati in questi anni (assolutamente non esaustivi della complessità di questa relazione) per rendersi conto di quanto sia vero. Continua a leggere

Nuova normativa europea
sui “conflict minerals”.
Le critiche della società civile: tiepida, tardiva e titubante

Dopo sei anni di negoziati, nel giro di pochi giorni, il Parlamento Europeo e il Consiglio Europeo hanno dato il via libera al nuovo regolamento per l’importazione nei Paesi dell’Unione di stagno, tungsteno, tantalio e oro provenienti da zone di conflitto. Le regole entreranno in vigore dal 1° gennaio 2021.

Si conclude così un vero e proprio braccio di ferro tra il Parlamento europeo, che voleva misure più restrittive prevedendo un sistema di controlli vincolante per l’intera filiera, e il Consiglio, favorevole invece alla volontarietà dei controlli da parte delle stesse imprese importatrici. Continua a leggere