I deputati europei chiedono all’UE e ai suoi Stati membri di adottare misure per affrontare il razzismo costante che le persone di origine africana si trovano ad affrontare oggi in Europa.
In una risoluzione non legislativa adottata martedì 26 marzo – con 535 voti favorevoli, 80 contrari e 44 astensioni -, il Parlamento esorta le autorità europee e nazionali a sviluppare politiche antirazziste e a porre fine alla discriminazione in settori quali istruzione, alloggi, sanità, giustizia penale, partecipazione politica e migrazione.
Attualmente in Europa vivono circa 15 milioni di persone di origine africana che si trovano ad affrontare discriminazioni persistenti e sono soggetti a stereotipi negativi profondamente radicati.
A confermarlo è una ricerca presentata alla fine di novembre 2018 allo stesso Parlamento Europeo e realizzata dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (FRA – Fundamental Rights Agency) dal titolo “Essere neri nell’Ue”.
La ricerca è stata condotta tra il 2015 e il 2016 attraverso interviste mirate a quasi seimila afrodiscendenti in dodici diversi Paesi: Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Svezia e Regno Unito.
La fotografia offerta dallo studio è certamente complessa e i risultati variano profondamente da Paese a Paese. Se guardiamo ad esempio alla percentuale di quanti hanno dichiarato di aver subito molestie negli ultimi cinque anni oscilliamo dal 21 per cento del Regno Unito al 63 della Finlandia. In Italia la percentuale è del 48 per cento, la stessa della Germania, sedici punti percentuali in più rispetto alla Francia (32%).
Il dato numerico scende notevolmente se si passa a considerare le vere e proprie violenze a sfondo razziale: la percentuale europea è del 5 per cento con un picco del 14 in Finlandia, maglia nera d’Europa, seguita a ruota da Irlanda e Austria con il 13 per cento. In fondo alla classifica, quindi tra i Paesi con meno episodi di violenza razziale, troviamo il Portogallo (2%) e il Regno Unito (3%).
Custodia della polizia e profilazione razziale
I deputati europei nella risoluzione approvata condannano il maltrattamento delle persone di origine africana detenute dalla polizia, citando i numerosi incidenti violenti e le morti avvenute durante la loro detenzione. Criticano inoltre il frequente uso di profilazione razziale ed etnica nell’applicazione del diritto penale, delle misure antiterrorismo e del controllo migratorio, ed esortano gli Stati membri a porre fine a questa pratica.
Crimini contro l’umanità durante il colonialismo
Nella risoluzione si incoraggiano le istituzioni e gli Stati membri UE ad affrontare e correggere, dove possibile, le ingiustizie e i crimini contro l’umanità perpetrati in passato in nome del colonialismo europeo.
I deputati suggeriscono di adottare alcune forme di risarcimento, come scusarsi pubblicamente e restituire i manufatti rubati ai loro Paesi d’origine.
Il Parlamento chiede inoltre ai Paesi dell’UE di declassificare i loro archivi coloniali e presentare una prospettiva globale sul colonialismo e la schiavitù nei programmi scolastici.
In futuro si dovrebbe celebrare i grandi risultati ottenuti nella storia dalle persone di origine africana, e riconoscere a livello europeo la giornata internazionale in ricordo delle vittime della schiavitù e della tratta transatlantica degli schiavi e istituire i cosiddetti mesi della storia dei neri.