In occasione della riunione dei ministri europei dello sviluppo in Estonia l’11 settembre, un nuovo rapporto della ONG Global Health Advocates dimostra come l’attuale strumentalizzazione degli aiuti allo sviluppo dell’Unione Europea per arrestare i flussi migratori rappresenti una strategia destinata a fallire.
“Gli aiuti allo sviluppo hanno l’obiettivo di finanziare programmi a lungo termine per sradicare la povertà, in linea con le priorità di sviluppo dei paesi partner. Tuttavia – scrivono in un comunicato i promotori del rapporto -, il Fondo Finduciario d’Emergenza dell’UE per l’Africa, uno strumento piuttosto recente lanciato in modo affrettato dall’Unione Europea con un budget di quasi 3 miliardi di Euro in aiuti allo sviluppo, fa esattamente il contrario: privilegia soluzioni rapide a problematiche nazionali europee, senza un reale coinvolgimento dei governi locali e della società civile in Africa”.
Il rapporto, frutto di 40 interviste condotte in Senegal e Niger, mette in luce come il Fondo Fiduciario sia basato su una strategia viziata ed un processo poco trasparente, che contraddice i principi di buona governance: nessun bando pubblico per l’assegnazione dei fondi, nessuna consultazione con gli attori locali, priorità data a progetti a breve termine, sviluppo di strategie retroattive quando ormai la maggior parte dei fondi è già stata assegnata.
“Chiunque abbiamo incontrato a Niamey e Dakar concorda – spiega Fanny Voitzwinkler, responsabile per l’UE della ONG Global Health Advocates – : il Fondo Fiduciario dell’UE rappresenta innanzitutto uno strumento di comunicazione politica per mostrare ai cittadini che l’Unione Europea sta rispondendo rapidamente alla cosiddetta ‘crisi migratoria’. Usando i soldi degli aiuti allo sviluppo come merce di scambio per forzare la collaborazione dei paesi africani sulle questioni migratorie, l’UE sta macchiando la propria immagine di attore di primo piano delle politiche di cooperazione e sviluppo”.
Oltre all’uso discutibile degli aiuti allo sviluppo per fermare i migranti, il rapporto, denuncia anche la volontà dell’Unione Europea di appaltare il controllo dei flussi migratori a paesi quali la Libia ed il Niger, per impedire ai migranti di lasciare le coste settentrionali dell’Africa.
“Ancora più preoccupante – si legge – è il fatto che alcuni paesi hanno per queste ragioni aumentato il proprio bilancio per la sicurezza e la difesa, a discapito di investimenti in settori chiave come istruzione e salute”.
Global Health Advocates esorta l’Unione Europea a slegare il dialogo politico sulle migrazioni dalle proprie politiche di sviluppo, riconoscendo che la migrazione rappresenta un motore chiave per lo sviluppo. L’UE dovrebbe adottare e promuovere una politica più sfumata sulle questioni migratorie e della mobilità, basata sui fatti, in linea con i principi fondatori dell’Europa come tolleranza, solidarietà e rispetto.
“Se il Fondo Fiduciario non verrà rimesso in discussione – conclude Fanny Voitzwinkler – per riflettere un rapporto genuino di partnership tra l’UE ed i paesi africani, con l’adozione di politiche che riconoscano l’impatto positivo della migrazione sullo sviluppo, l’Unione Europea dovrebbe smettere di finanziarlo.“
L’utilizzo di fondi per la cooperazione alla sviluppo per arrestare i flussi migratori era stata recentemente denunciata anche dall’inchiesta internazionale Diverted Aid.
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