Se l’Unione europea ricatta l’Etiopia sui visti

La notizia è stata diffusa il 29 aprile scorso: il Consiglio dell’Unione europea ha “deciso di sospendere temporaneamente alcuni elementi della normativa dell’UE che regolamenta la concessione di visti ai cittadini etiopi”.

Motivo?

La decisione fa seguito a una valutazione della Commissione, secondo la quale la cooperazione dell’Etiopia in materia di riammissione dei suoi cittadini che soggiornano illegalmente nell’UE è insufficiente. Si constata una mancanza di risposta da parte delle autorità etiopi in relazione alle richieste di riammissione e permangono difficoltà nel rilascio di documenti di viaggio provvisori e nell’organizzazione delle operazioni di rimpatrio sia volontario che non volontario.

Un ricatto insomma per costringere l’Etiopia – Paese che ancora si sta leccando le ferite provocate dalla guerra civile nel Tigray – a collaborare con maggior solerzia al rimpatrio dei propri cittadini.

In particolare, si legge nel comunicato del Consiglio dell’Unione europea – gli Stati membri non potranno più:

  • derogare ai requisiti relativi alla documentazione che i cittadini etiopi richiedenti il visto devono presentare
  • rilasciare visti per ingressi multipli
  • esentare dal pagamento dei diritti per i visti i titolari di passaporti diplomatici e di servizio.

La decisione di sospensione è temporanea, ma non prevede una data di scadenza specifica. 

La decisione, nei fatti, renderà ancora più difficile per i cittadini africani – in questo caso i ottenere un visto nell’Ue. Sul tema vi segnaliamo questo interessante articolo pubblicato dalla rivista Nigrizia.

Secondo un report di Henley & Partners, società di consulenza sull’immigrazione, citato nell’articolo “circa un terzo delle domande di visti per l’area Schengen europea presentate da cittadini africani vengono respinte”. 

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