Archivi tag: Migranti

Strage di Cutro: Presidente Mattarella non vada dai morti, vada dai vivi!

Un gioco semplice sul lettone prima della nanna: Giuseppe – 15 mesi – si alza incerto in piedi, stacca per un attimo le mani dalle gambe di mia moglie e, poi, giù in un tuffo a rimbalzare sul materasso. Sul volto una risata. E poi ancora su, alzandosi con fatica e di nuovo giù. Non una, non due, ma tre, quattro, dieci volte.

Tante volte in questi giorni (e non solo oggi) mi sono trovato a pensare alla fortuna che ha Giuseppe e io prima di lui. Perché lui è qui oggi a giocare sul letto mentre altri bimbi sono rinchiusi senza più respiro in una cassa di legno bianca, disposta ordinatamente in fila con decine di altre in un palazzetto dello sport in Calabria.

Perché lui è qui e altri sono persi nel mare o nel deserto, chiusi in uno scantinato per sfuggire alle bombe o in coda per una tazza di té in qualche campo profughi. Perché .. E, permettetemi, qui le grandi domande sul senso del dolore c’entrano poco specie di fronte a chi è vittima di scelte politiche ed economiche ben precise.
Specie per chi è vittima di tragedie annunciate, per fatti che smuovono le coscienze solo perché avvengono a pochi metri dalla costa e non in mezzo al mare…

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A colloquio con Pietro Bartolo: «L’Europa non chiuda la porta ai migranti».

«Tra dieci o quindici anni quando mia nipote leggerà delle migliaia di morti nel Mediterraneo e mi dirà: “Nonno ma tu cosa hai fatto? Dov’eri? Tu eri un deputato, tu avevi una responsabilità, cosa hai fatto? Cosa le risponderò: che ho fatto dei film? Che ho scritto dei libri? Le dirò che in questo parlamento non sono riuscito a cambiare le cose…». In questo attimo preciso la voce di Pietro Bartolo si alza per un momento mentre le mani si abbandonano a un breve cenno di stizza indicando verso l’emiciclo, distante una manciata di metri, la sala in cui sta per riunirsi insieme agli altri 704 eurodeputati. È il momento più intenso della nostra intervista al parlamentare europeo, eletto nel 2019, e iscritto al gruppo dei Socialisti e Democratici. Un volto conosciuto ai più per il suo ventennale impegno come medico di Lampedusa, isola che gli ha dato i natali e a cui dimostra di essere intimamente legato. Lo abbiamo incontriamo a Strasburgo in occasione della plenaria di ottobre e ha accettato di rispondere alle nostre domande. Leggi la nostra intervista.

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Le ONG italiane scrivono
al premier Conte. Tutte le
critiche al piano italiano

Con una lettera aperta il Coordinamento Italiano ONG Internazionali (CINI) e Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (AOI) hanno scritto al Premier in merito alla proposta italiana per il prossimo Consiglio Europeo. Tra le criticità il coinvolgimento dei Paesi di transito, l’uso di fondi per lo sviluppo e il sostegno alla Guardia Costiera Libica

Il testo della lettera

Alla cortese attenzione del
Prof. Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio dei Ministri Continua a leggere

Un anno fa l’accordo Italia-Libia. Ma a quale prezzo?

“L’accordo Italia-Libia siglato un anno fa è stato giudicato da molti commentatori un successo politico del Governo Italiano, giustificando queste affermazioni con il dato del decremento nel numero degli arrivi di migranti sulle coste italiane rispetto al 2016: -34,24%, 62.126 persone in meno. Queste cifre nascondono però un inferno che continua: in mare si continua a morire, la rotta del Mediterraneo centrale è ancora la più pericolosa al mondo, e in Libia violazioni dei diritti umani, violenze ed abusi di ogni genere continuano”.

Si apre con queste parole il nuovo rapporto pubblicato da Oxfam e Borderline Sicilia ad un anno esatto dalla firma del Memorandum di intesa tra il governo italiano e il Governo di Accordo Nazionale della Libia: era il 2 febbraio 2017.

Il rapporto intitolato “Libia, inferno senza fine“, ripercorre gli ultimi dodici mesi puntando il dito contro le continue violazione dei diritti umani di cui sono vittime i migranti rimasti bloccati nei centri di detenzione libici. Continua a leggere

In Tunisia “le tombe della dignità” per ricordare
i morti del Mediterraneo

foto @MicheleLuppi

Sette tombe di vetro galleggiano nel mare di Tunisia, sull’altra sponda del Mediterraneo. L’artista Sadika Keskes le ha chiamate “Tombeaux de la Dignité” (tombe della dignità), un segno visibile tra le onde del Mare Nostrum “per ricordare tutte quelle persone che nel Mediterraneo hanno perso la vita e rimarranno per sempre senza nome, senza ricordo. Uomini, donne e, purtroppo, anche bambini”.
Per questo tra le tombe blu ne spicca una più piccola di vetro bianco a ricordare tutti i bambini che sono morti nel tentativo di raggiungere l’altra sponda del mare.

Secondo le statistiche dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dall’inizio del 2017 si contano già 2.681 migranti morti o dispersi nel Mediterraneo. Erano 5.096 nel 2016, 3.771 l’anno precedente.

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Mediterraneo: crollano gli arrivi in Italia. Ma in Europa
si può davvero esultare?

A member of Libya’s coastguard points during a patrol east of Tripoli, Libya May 28, 2015. REUTERS/Ismail Zitouny

Non c’è che dire, i dati parlano chiaro: la strategia messa in atto dal governo italiano, con il sostegno dell’Unione europea, e portata avanti con determinazione dal ministro degli interni Marco Minniti sta dando i frutti desiderati: nel mese di agosto il numero di migranti soccorsi in mare e portati sulle coste italiane, per entrare poi nel sistema di accoglienza, è drasticamente diminuito.

Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’interno le persone sbarcate dal 15 al 24 agosto sono state 511 a fronte delle 3850 dello stesso periodo del 2016. Continua a leggere

Dopo Francia e Germania, l’Italia pensa ad inviare truppe nel Sahel. Opportunità e criticità di una missione

“Il Ministero della Difesa smentisce le notizie relative all’invio di militari italiani in Niger. Si sottolinea che non vi è nessuna ipotesi operativa al riguardo. La simulazione e pianificazione di tali azioni rientra nella normale attività addestrativa degli Stati Maggiori e riguarda le principali aree di crisi”.

Con questa nota il Ministero della Difesa italiano ha smentito, nei giorni scorsi, le notizie diffuse dal quotidiano La Repubblica circa la messa a punto dell’Operazione militare italiana “Deserto Rosso” tesa a contrastare i flussi di immigrati illegali che dal Niger raggiungono la Libia. Continua a leggere

Summit di Malta: pronti a dare luce verde al “muro” Europeo

JOE KLAMAR/AFP

Quelli che ci attendono saranno giorni decisivi per il futuro delle politiche migratorie dell’Unione europea e, di conseguenza, per la sorte di migliaia di migranti già in viaggio verso l’Europa.

Venerdì 3 febbraio i capi di stato e di governo riuniti a Malta per un Consiglio europeo informale saranno chiamati a dare luce verde al nuovo piano per il blocco dei migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Continua a leggere

L’Italia cresce in Africa.
Il vice ministro Mario Giro:
“Se non ora quando?”

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Quando si parla di relazioni tra l’Italia e il continente africano, Mario Giro, è da considerarsi più di una semplice persona informata sui fatti. Non solo perché dal 29 gennaio 2016 è vice ministro degli Esteri con delega alla Cooperazione Internazionale, ma perché da oltre due decenni intrattiene relazioni personali ed istituzionali (importante il suo ruolo di mediatore per la Comunità di S. Egidio) con leader politici e della società civile sulle due sponde del Mar Mediterraneo. Nei giorni scorsi ha affidato a Facebook questa nota.

15107264_10155570852328306_4731058450755897565_nA parte una certa retorica – presente più nell’immagine scelta che non nel testo (ho sempre un po’ di orticaria quando vedo usare la parola “salvare” associata all’Africa…) – crediamo sia un punto di vista interessante per capire il cambio di prospettiva e di coinvolgimento dell’Italia nei confronti del continente africano, come dimostra l’aumento costante degli investimenti diretti esteri e un approccio di cooperazione che punta alla creazione di di posti di lavoro. Per questo buona lettura!
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Il ministro Gentiloni in Niger, Mali e Senegal: l’impegno europeo per fermare i migranti

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Continua il viaggio dei leader europei nei Paesi al centro dei nuovi accordi di partenariato tra l’Unione europea e l’Africa con l’obiettivo di frenare il flusso di migranti diretti verso l’Europa. Il ministro degli esteri Paolo Gentiloni ha fatto tappa, il 10 e 11 novembre, in Niger, Mali e Senegal, insieme al sottosegretario agli Interni Manzione, e ai responsabili della Commissione Ue per gli accordi sull’immigrazione con l’Africa.

“L’obiettivo – ha spiegato Gentiloni sulla sua pagina fb – è sia di aiutare lo sviluppo di questi paesi per combattere le cause delle migrazioni, sia di collaborare per ridurre i flussi e sottrarli al controllo dei trafficanti”. Continua a leggere