Archivi categoria: interviste

A colloquio con Pietro Bartolo: «L’Europa non chiuda la porta ai migranti».

«Tra dieci o quindici anni quando mia nipote leggerà delle migliaia di morti nel Mediterraneo e mi dirà: “Nonno ma tu cosa hai fatto? Dov’eri? Tu eri un deputato, tu avevi una responsabilità, cosa hai fatto? Cosa le risponderò: che ho fatto dei film? Che ho scritto dei libri? Le dirò che in questo parlamento non sono riuscito a cambiare le cose…». In questo attimo preciso la voce di Pietro Bartolo si alza per un momento mentre le mani si abbandonano a un breve cenno di stizza indicando verso l’emiciclo, distante una manciata di metri, la sala in cui sta per riunirsi insieme agli altri 704 eurodeputati. È il momento più intenso della nostra intervista al parlamentare europeo, eletto nel 2019, e iscritto al gruppo dei Socialisti e Democratici. Un volto conosciuto ai più per il suo ventennale impegno come medico di Lampedusa, isola che gli ha dato i natali e a cui dimostra di essere intimamente legato. Lo abbiamo incontriamo a Strasburgo in occasione della plenaria di ottobre e ha accettato di rispondere alle nostre domande. Leggi la nostra intervista.

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“Il generale” di Lorenzo Tondo: ecco come un’operazione
internazionale di polizia si è
trasformato nel più
internazionale degli imbarazzi

«Succede che nel 2017 un giornalista del New Yorker arriva a Palermo per occuparsi del caso Mered, il rifugiato scambiato per un trafficante. Parla con decine di persone, vola in Svezia ad incontrare la moglie del trafficante e infine riesce addirittura ad intervistare il vero Medhanie Yehdego Mered, che se la spassa in Uganda mentre in Sicilia un innocente rischia 15 anni di carcere al suo posto. Quando il New Yorker pubblica quell’articolo, di quasi 10 pagine, intitolato “The Wrong man”, in cui il reporter accusa le autorità italiane di aver catturato la persona sbagliata, in tanti storcono il naso a Palermo. E qualcuno arriverà ad insinuare che sono solo balle. Quel giornalista si chiama Ben Taub e ieri (4 maggio) ha vinto il Premio Pulitzer».

Così il giornalista Lorenzo Tondo ha annunciato sul suo profilo Facebook la vittoria del premio Pulitzer da parte di Ben Taub del New Yorker, per il suo articolo su un uomo rapito, torturato e privato della sua libertà nella prigione di Guantanamo (“Guantanamo’s Darkest Secret“).

Tondo, corrispondente del Guardian da Palermo (da cui copre l’intera area mediterranea), ha dedicato proprio al caso di Medhanie Tesfamariam Berhe un lungo lavoro di inchiesta culminato nel libro “Il Generale”. Di seguito vi propongo un’intervista realizzata a Como alla fine di febbraio.

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Oltre il Crocoburger c’è di più: un bilancio della presenza africana ad Expo 2015

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Per molti, in Italia, la partecipazione dei Paesi africani ad Expo è stata ridotta a qualche articolo di colore sul “Crocoburger”, l’hamburger di coccodrillo che poteva essere degustato nel padiglione dello Zimbabwe, o alle immagini di balli tradizionali lungo il Decumano dell’esposizione universale. Ma la presenza dell’Africa tra i padiglioni di Rho – con i suoi 39 Paesi rappresentati – è stata molto di più. Una realtà che merita di essere conosciuta e approfondita anche ora che mancano poche settimane alla chiusura della rassegna. Per cercare di tracciare un bilancio di questi sei mesi Africaeuropa ha incontrato Prosper Nkenfack, direttore di Afriknow, un portale che – in questi sei mesi – ha provato a raccontare, dal di dentro, il lato africano di Expo. Al suo fianco, durante questa nostra chiacchierata, il vice-direttore André Basile Noumbissi.

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Minerali insanguinati:
a due mesi dal voto l’Europa
può fare marcia indietro

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Quale sarà il destino della normativa europea sui minerali provenienti dalle aree di conflitto? Ce lo chiediamo a due mesi di distanza dal voto del Parlamento europeo che, il 20 maggio scorso, ha approvato – in prima lettura – alcuni emendamenti alla risoluzione presentata dalla Commissione che introducono l’obbligo della “Due Diligence” (diligenza dovuta) per le 800.000 imprese dell’UE che utilizzano stagno, tungsteno, tantalio e oro nella fabbricazione di prodotti di consumo.

In pratica, se la risoluzione dovesse essere approvata anche dal Consiglio dell’Unione europea, diventando a tutti gli effetti legge dell’UE, le compagnie che utilizzano minerali provenienti da zone di conflitto saranno obbligate a dimostrare – ottenendo un’apposita certificazione – il rispetto della responsabilità nella propria catena di approvvigionamento secondo le linee guida dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico).

Per saperne di più in vista del pronunciamento del Consiglio dell’Ue Africaeuropa ne ha parlato con Frédéric Triest, vice segretario esecutivo di EurAc, una rete di 41 ONG impegnate in Africa centrale.

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«Il business dei trafficanti
si combatte con leggi comuni
non con le bombe»

maxresdefaultI trafficanti di essere umani non si combattono con le bombe ma con un sistema comune di leggi e di controlli. Per Andrea Di Nicola e Gianpaolo Musumeci, autori del libro Confessione di un trafficante di uomini (edito da Chiarelettere), la strada da percorrere per combattere il business dell’immigrazione verso l’Europa passa dall’armonizzazione delle normative comunitarie.

A pochi giorni dalla decisione del Consiglio dell’Unione europea che ha aperto la strada ad una missione militare europea nel Mediterraneo – per cui si aspetta il via libera dell’ONU – abbiamo chiesto a Di Nicola, professore di criminologia all’Università di Trento, di aiutarci a comprendere la realtà di queste organizzazioni.

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“Germogli recisi”. Un film d’animazione per raccontare il dramma dei bambini soldato

Germogli RecisiUn cartone animato per raccontare il dramma dei bambini soldato. Una storia vecchia, ma al tempo stesso – purtroppo – terribilmente attuale se è vero, come ha recentemente denunciato l’Unicef, che attualmente sono 250 mila i minori nel mondo costretti quotidianamente a sparare ed uccidere.

E’ questa l’ultima fatica in cui si sta cimentando Kossi Komla-Ebri, scrittore e medico nato in Togo, ma italiano d’adozione. Il cortometraggio di animazione dal titolo “Germogli Recisi” si ispira infatti ad un suo racconto pubblicato nel 2007.

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Ecco cosa si nasconde nel tuo smartphone? Al via la campagna Minerali Clandestini

Miniera di Coltan in Repubblica Democratica del Congo

Miniera di Coltan in Repubblica Democratica del Congo

“Perché quando compriamo o mangiamo una bistecca pretendiamo di sapere dove l’animale è stato allevato, macellato e, persino, con quali mangimi è stato nutrito, mentre quando compriamo un qualsiasi apparecchio elettronico non possiamo sapere nulla sull’origine dei minerali che lo compongono?”

Eugenio Melandri, ex parlamentare europeo, parte da questa semplice domanda per presentare ad Africaeuropa la Campagna “Minerali Clandestini” lanciata in queste settimane da due ONG italiane – Chiama l’Africa e Solidarietà e Cooperazione Cispi – e collegata ad un’analoga iniziativa promossa a livello europeo da EurAc, rete di 39 organizzazioni europee che si occupano di Africa centrale. La richiesta dei promotori è quella di chiedere alle Istituzioni europee una maggior incisività nelle norme che riguardano la tracciabilità dei minerali provenienti dalle aree di conflitto: due recenti direttive della Commissione in materia pongono, infatti, la questione nell’ottica delle “volontarietà” della aziende che sono invitate – e non obbligate – a rendere nota l’origine dei minerali utilizzati.

Leggi e firma la petizione

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Successo per l’Ottobre Africano: «Un passo alla volta costruiamo il futuro»

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Si è conclusa, da pochi giorni, la dodicesima edizione del Festival dell’Ottobre africano che ha toccato quest’anno 10 città italiane: oltre a Parma, dove il festival è nato 11 anni fa, anche Roma, Milano, Reggio Emilia, Torino, Napoli, Varese, Lecce, Bari e Crotone.

Africaeuropa ne ha parlato con il direttore e anima del Festival, Cleophas Adrien Dioma*

1053301_981612195187898_2869131105947098575_oQuale bilancio si sente di fare di questa dodicesima edizione del Festival? Avete un’idea di quante persone siano state coinvolte in tutta Italia?

“Sinceramente non ho tenuto il conto dei tanti eventi organizzati nella varie città coinvolte e non so dare dei numeri. Ma come Ottobre Africano non abbiamo mai voluto fare un festival di massa, quanto puntare, invece, su piccoli eventi di qualità in cui la gente potesse incontrarsi, dialogare e, magari, iniziare un cammino di conoscenza”.

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“African Summer School”, per imparare a fare impresa con l’Africa

summerschoolUn centro per l’ itticoltura in Togo e un’azienda ottica in Burundi. Sono queste due piccole aziende che vedranno la luce nei prossimi mesi, il risultato tangibile della prima African Summer School che si è svolta a Verona nell’estate del 2013.

Ma dietro questi due progetti c’è molto di più: c’è la visione di un’associazione “AfricanFriends” che vuole provare a coniugare cultura ed imprenditoria per diffondere la visione di un’Africa diversa, ricca di opportunità da trasformare in ricchezza per entrambe le sponde del Mediterraneo. piccolaPer farlo servono però idee chiare, formazione e competenza: quelle che cercheranno di offrire agli studente che, dal 3 al 10 agosto, parteciperanno a Verona alla seconda edizione della scuola. Per saperne di più Africaeuropa ha intervistato il direttore Fortuna Ekutsu Mambulu.

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Edizioni Sui: Una scrittura senza confini per lottare contro i luoghi comuni

1688307_288034824683893_485716156_nOgni giornalista sa che all’inizio di un articolo bisogna mettere la Notizia. Le famose cinque doppie “W” del giornalismo anglosassone: who, what, where, when, why. Ma come fare quando i temi toccati in un’intervista sono tanti, quando si resta indecisi, con il foglio bianco d’avanti, a cercar di capire come iniziare.

Perché in Italia è una notizia che ci sia ancora qualcuno convinto di poter fare dell’editoria la propria vita. Pubblicando, da Prato, libri destinati al mercato italiano e non solo.

Perché è una notizia trovare qualcuno che ripeta, con forza, come se non cambiamo la narrativa che abbiamo dell’altro, qualsiasi forma di cooperazione sarà zoppa se non inutile. E che una nuova relazione tra Africa ed Europa (se mai ci sarà) passa, oggi più che mai, dalla penna degli scrittori e dagli occhi dei lettori.

Perché – e qui il purtroppo è d’obbligo – per alcuni è una notizia che ci possano essere immigrati che scrivono libri. Per di più belli. Libri capaci di mettere in crisi le nostre certezze.

Brhan Tesfay

Brhan Tesfay

E potremmo continuare nell’elencare i motivi per cui non è facile rendere conto di un’intervista a Brhan Tesfay, scrittore e fondatore della Casa Editrice Sui (Sviluppi Umani Immaginati). Una realtà che, rubiamo le parole del loro sito, “pubblica in formato tradizionale e digitale rappresentazioni ispirate dal magma del vissuto: romanzi, saggi, fiabe, poesie, biografie, teatro. La missione è dare spazio alla narrazione senza patria”. E lo fa con quella cura “riservata alle lettere private”.

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