Minerali Insanguinati:
i deputati europei per
la tracciabilità obbligatoria

11120592_589618337846393_9008280735727139319_nChi conosce i meccanismi delle Istituzioni europee sa che non si può cantare vittoria troppo presto, ma quello compiuto mercoledì 20 maggio al Parlamento europeo di Strasburgo è certamente un passo importante per cercare di bloccare il circolo vizioso tra sfruttamento delle risorse minerali e guerre. Ora la palla passa al Consiglio dell’Unione europea (ovvero ai 28 Stati membri) all’interno di quella che viene definita procedura di “codecisione”. Per l’approvazione finale del regolamento ci vorrà ancora tempo.

Secondo il testo approvato in prima lettura del Parlamento europeo (con 402 voti favorevoli, 118, contrari e 171 astensioni) gli importatori UE di stagno, tantalio, tungsteno e oro per la produzione di beni al consumo dovrebbero essere obbligate a ricevere la certificazione UE per garantire che non alimentino conflitti e violazioni dei diritti umani nelle zone di guerra.

L’emendamento che non ti aspetti

11051216_761594453957784_3626911039016752176_nIn particolare gli eurodeputati hanno approvato un emendamento alla proposta della Commissione europea che introduce la tracciabilità obbligatoria per le 800.000 imprese dell’UE che utilizzano stagno, tungsteno, tantalio e oro nella fabbricazione di prodotti di consumo. Tali imprese dovranno informare su tutte le misure prese per identificare e risolvere i rischi connessi alla loro catena di approvvigionamento. Era questo il tema su cui, negli ultimi mesi, si erano battute decine di organizzazioni europee.

Inoltre, poiché le fonderie di metallo e le raffinerie d’oro rappresentano l’ultimo stadio in cui l’origine dei minerali può essere effettivamente tracciata, gli eurodeputati propongono che queste siano sottoposte a un audit obbligatorio, svolto da soggetti terzi e indipendenti, per controllare se applicano le regole del “dovere di diligenza”. Tali regole sono progettate per aiutare le imprese del settore a non alimentare conflitti e violazioni dei diritti umani nelle zone di guerra.

I deputati chiedono anche alla Commissione di concedere un supporto finanziario, attraverso il programma COSME dell’UE (Programma dell’UE per la competitività delle grandi e piccole-medie imprese), alle micro e piccole-medie imprese che desiderano ottenere la certificazione.

Clausola di revisione rinforzata

Il Parlamento insiste anche su un più stretto monitoraggio del regolamento, con una revisione due anni dopo la sua applicazione e successivamente ogni tre anni (anziché dopo tre e sei anni rispettivamente, come proposto dalla Commissione).

Ambito geografico

Il progetto di legge copre tutte le “aree affette da conflitto e ad alto rischio” come quelle in uno stato di conflitto armato, con violenza diffusa, il collasso delle infrastrutture civili, le aree fragili post-conflitto e le aree con governi e sicurezza deboli o inesistenti, caratterizzate da “violazioni diffuse e sistematiche dei diritti umani”. Gli esempi più evidenti sono la Repubblica Democratica del Congo e la regione dei Grandi Laghi.

Prossime tappe

Dopo il voto del 20 maggio del Parlamento europeo, con il quale si stabilisce la sua posizione in prima lettura, toccherà agli Stati membri esprimere la propria posizione, per poi avviare i negoziati fra i due co-legislatori (Parlamento e Consiglio dell’Unione europea).

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