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Ecco perché il voto in Nigeria dovrebbe interessare anche te

Sono più di 84 milioni i nigeriani che si sono registrati per votare alle elezioni presidenziali e politiche di sabato 16 febbraio 2019 (successivamente rinviate al 23 per problemi logistici).

L’Economist ha definito questa tornata elettorale come il più grande evento democratico nella storia dell’Africa. Si tratta della sesta tornata elettorale dalla fine dei regimi militari nel 1999. Continua a leggere

Eni-Shell e i danni della
corruzione in Nigeria:
il comunicato di Re:Common

Un rapporto redatto da esperti in materia petrolifera di livello mondiale e presentato il 26 novembre, durante una conferenza stampa a Lagos, rivela che l’accordo tra Shell ed Eni per il blocco petrolifero OPL 245 ha ridotto le entrate attese della Nigeria di circa 6 miliardi di dollari. La prevista perdita di entrate potrebbe finanziare due volte i bilanci federali annuali combinati della Nigeria per la sanità e l’istruzione.

L’analisi degli esperti di Resources for Development Consulting è stata commissionata dalle Ong Global Witness, HEDA, Re:Common e The Corner House.

Scarica il rapporto qui 

Di seguito il comunicato diffuso da Re:Common. Continua a leggere

“Liberiamole tutte!” Ogni anno migliaia di donne vittime della tratta tra Africa e Europa

 

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Mentre il mondo si mobilita per la liberazione delle oltre 200 studentesse nigeriane rapite dai miliziani di Boko Haram, in pochi sembrano indignarsi per le migliaia di donne che, ogni anno, lasciano la Nigeria dirette in Europa, vittime della Tratta. Un giro d’affari di diversi miliardi di euro. 

“Liberiamole tutte!”: è il grido raccolto dall’Agenzia SIR di Giovanni Ramonda, Responsabile generale dell’associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”, che da anni porta avanti la lotta per sconfiggere la piaga della schiavitù di giovani donne.

Il movimento #bringbackourgirls “ha aspetti positivi – spiega Ramonda – ma c’è una specie di schizofrenia se si pensa alle migliaia e migliaia di ragazze altrettanto giovani che ormai da decenni arrivano dall’Africa come nuove schiave. Vengono portate nei nostri paesi perché qui c’è una grande domanda. È un paradosso. Mentre per le rapite, nascoste chissà dove, si può fare qualcosa ma non molto, su tutto l’altro fenomeno, che è di un numero incredibilmente più ampio, si potrebbe fare molto”.

Ma non si fa.

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