Ecco perché il voto in Nigeria dovrebbe interessare anche te

Sono più di 84 milioni i nigeriani che si sono registrati per votare alle elezioni presidenziali e politiche di sabato 16 febbraio 2019 (successivamente rinviate al 23 per problemi logistici).

L’Economist ha definito questa tornata elettorale come il più grande evento democratico nella storia dell’Africa. Si tratta della sesta tornata elettorale dalla fine dei regimi militari nel 1999.

Per saperne di più ti invito ad ascoltare l’approfondimento di Radio3 Mondo

Il sistema elettorale nigeriano prevede un sistema a doppio turno: per essere eletto al primo,  un candidato deve ricevere la maggioranza dei voti a livello nazionale e superare la soglia del 25% in almeno 27 dei 36 stati della federazione.

“A vent’anni dal ritorno a governi civili in un paese in cui i precedenti quaranta furono dominati dai militari, vi sono diverse ragioni per seguire con attenzione questa sesta elezione”, spiega Giovanni Carbone, docente dell’Università Statale di Milano e capo del programma Africa dell’Ispi.

LEGGI L’ANALISI DELL’ISPI

“Anzitutto, e semplicemente, la Nigeria resta la Nigeria – precisa Carbone -. Quello che già oggi conta 200 milioni di abitanti è destinato a diventare, non più tardi del 2050, il terzo stato più popoloso al mondo dopo Cina e India (attualmente è in settima posizione, insegue da vicino Pakistan e Brasile). Detto altrimenti, una persona su cinque in Africa subsahariana è un nigeriano o una nigeriana: l’esito dell’elezione riguarda la vita di molti. Non solo, ma il governo di Abuja guida la prima economia del continente per dimensioni, seppur un po’ appannata nei tassi di crescita mostrati negli anni più recenti. Un paese così rilevante non può che contribuire in maniera importante a tracciare percorso e dinamiche dell’intera area geopolitica e geoeconomica africana”.

Tra i 72 candidati presenti due sono gli sfidanti principali: il presidente uscente, Muhammadu Buhari e Atiku Abubakar, imprenditore del settore petrolifero. Il primo è stato eletto nel 2015 e si presenta come una figura politicamente integra e lontana dagli scandali di corruzione che attraversano tutto il Paese; il secondo promette di risollevare l’economia grazie alla sua esperienza.

Cinque motivi per cui le elezioni in Nigeria dovrebbero interessarti? (l’Ispi ne indica addirittura dieci)

  • Demografia ed economia: la Nigeria è la prima economia africana e rappresenta un sesto della popolazione dell’intero continente. Le previsioni dicono diventerà il terzo stato più popoloso del mondo entro il 2050.
  • Scambi commerciali con l’Italia. La Nigeria è il principale partner commerciale dell’Italia nell’Africa sub-sahariana dopo il Sudafrica: nel 2017 le importazioni italiane dalla Nigeria sono state pari a 782 mln di euro (604 mln nel 2016); le esportazioni italiane sono state pari a 482 mln di euro (492 nel 2016).
  • Migranti. La comunità nigeriana in Italia al 1 gennaio 2018 contava 106.069 presenze, il 2,1% degli stranieri residenti. E’ una delle comunità che è maggiormente cresciuta negli ultimi anni passando dalle 48.220 presenze del 2012 alle oltre cento mila di oggi.
  • Cultura. La Nigeria è un punto di riferimentoper l’intero continente e non solo: basti pensare agli scrittori (Chinua Achebe, Wole Soyinka, Chimamanda Ngozi Adichie, solo per citare i più conosciuti in Italia), al ruolo di Nollywood nell’industria cinematografica, a Iroko Tv e a tante altre realtà. Date un occhio alla provocazione dell’amico Martino Ghielmi (leggi qua).
  • Petrolio. La Nigeria nel 2017 era l’8° esportatore a livello mondiale di greggio, il primo in Africa. Tra le compagnie maggiormente attive c’è l’italiana Eni che si è resa responsabile, in anni recenti, di situazioni opache come dimostrano alcune inchieste ancora in corso.

Vi è infine un ultimo elemento da non sottovalutare: il profilo sempre più internazionale della mafia nigeriana capace di stringere alleanze, anche nel nostro Paese, con le potenti mafie locali.
Molte ragioni dunque per cui il voto del prossimo sabato dovrebbe riuscire a conquistare una manciata di minuti nei nostri Tg. Ma, purtroppo, c’è da scommettere, che non sarà così.

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