Possono tre semplici lettere cambiare il volto delle relazioni tra Africa ed Europa?
La risposta è sì, se le lettere in questione – e, p, a – unite vanno a forma l’acronimo inglese EPA, che sta ad indicare i nuovi Accordi di partenariato economico siglati – al novembre 2014 – dall’Unione europea con tre differenti gruppi di Stati africani: il cosiddetto West Africa group (comprendente i 15 Paesi della Comunità economica dell’Africa occidentale più la Mauritania), il SADC-EPA group (formato da Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sudafrica e Swaziland) e l’East African Community (Kenya, Tanzania, Uganda, Burundi e Ruanda).
Accordi che – a conclusione del lungo processo di ratifica da parte dei singoli parlamenti nazionali – andranno a ridisegnare le relazioni economiche e commerciali tra i due continenti con effetti ad oggi ancora difficili da immaginare.
Cosa sono gli EPAs? Leggi la guida di Africaeuropa
Nella sostanza gli stati africani, per vedere garantito ai propri prodotti l’accesso al mercato europeo senza dazi (come avveniva fino al 1° ottobre 2014), hanno dovuto sottoscrivere una serie di nuovi accordi (gli EPAs appunto) in cui si impegnano a liberalizzare i propri mercati facilitando l’accesso ai prodotti provenienti dall’Europa attraverso la progressiva abolizione dei dazi in entrata.