Chi conosce i meccanismi delle Istituzioni europee sa che non si può cantare vittoria troppo presto, ma quello compiuto mercoledì 20 maggio al Parlamento europeo di Strasburgo è certamente un passo importante per cercare di bloccare il circolo vizioso tra sfruttamento delle risorse minerali e guerre. Ora la palla passa al Consiglio dell’Unione europea (ovvero ai 28 Stati membri) all’interno di quella che viene definita procedura di “codecisione”. Per l’approvazione finale del regolamento ci vorrà ancora tempo.
Secondo il testo approvato in prima lettura del Parlamento europeo (con 402 voti favorevoli, 118, contrari e 171 astensioni) gli importatori UE di stagno, tantalio, tungsteno e oro per la produzione di beni al consumo dovrebbero essere obbligate a ricevere la certificazione UE per garantire che non alimentino conflitti e violazioni dei diritti umani nelle zone di guerra.