Gli “Ebola fighters” sono secondo la rivista Time le persone dell’anno 2014. Un riconoscimento – certamente tardivo e non univoco – degli sforzi messi in atto fin dall’origine dell’epidemia da parte del personale sanitario locale ed internazionale. A pagare il prezzo più caro sono, soprattutto, i medici e gli infermieri africani: ne sono già deceduti 329 dall’inizio dell’epidemia, ma nonostante questo continuano il loro lavoro, spesso malpagato e senza le attrezzature necessarie.
Vi proponiamo la riflessione del dottor Italo Nessi di CUAMM – Medici con l’Africa.