«Il baricentro politico ed economico sembra progressivamente spostarsi dall’Atlantico al Pacifico ed Europa e Africa devono interrogarsi sul proprio futuro e su quale ruolo esse siano chiamate a svolgere».
E ancora:
«Nessuno potrà dire di essere fuori dalla pandemia sino a quando non ne saremo tutti fuori. E questo vale particolarmente per due continenti così vicini e così legati come Africa ed Europa, così prossimi da costituire un’unica regione, unita piuttosto che separata dal Mediterraneo».
Sono queste alcune delle parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della Conferenza ministeriale “Incontri con l’Africa” che si è tenuta lo scorso 8 ottobre a Roma. Un discorso lucido non piegato all’attualità e all’emergenza, ma capace di prospettiva che vi invito a rileggere con attenzione.
«Il continente africano – ha proseguito Mattarella – rappresenta il partner naturale per l’Unione Europea: l’altra faccia di una stessa medaglia. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Non comprenderlo adesso ci porterebbe a constatare, fra qualche anno, di essere stati silenziosamente, ma inesorabilmente, relegati alla periferia del pianeta».
Una preoccupazione reale che non sembra però particolarmente avvertita né dalla classe politica né dall’opinione pubblica. Negli ultimi, anche in Italia, non sono mancate iniziative (istituzionali e non, nate dall’alto o dal basso) per cercare di costruire un ponte tra i due continenti. Penso, in ordine davvero sparso, all’Italia Africa Business Week, a Vadoinafrica, ai diversi Festival del Cinema Africano, ad Assafrica, al ruolo delle riviste missionarie (Nigrizia in particolare) e di nuovi prodotti editoriali come “Africa Affari“.
Un dinamismo interessante, ma che fatica ad andare oltre la cerchia degli addetti ai lavori. Perché purtroppo gli appelli a “mettere l’Africa in prima pagina” sono fino ad ora caduti nel vuoto.
«Al contrario – è l’auspicio del presidente della Repubblica -, africani ed europei, insieme, possono fare dei due continenti una vasta e integrata regione, stabile politicamente, dinamica economicamente e vibrante culturalmente. Una regione dove in totale vivono oltre un miliardo e mezzo di persone che producono un Prodotto Interno Lordo pari a quindicimila miliardi di Euro. Un’area al centro delle dinamiche globali. Nel ventennale della scomparsa di un grande Padre dell’Africa, Léopold Sédar Senghor, risuona l’attualità della sua evocazione profetica di un gemellaggio spirituale dei due continenti».
La speranza è che possa essere davvero così!
Michele Luppi
Il testo integrale del presidente Sergio Mattarella è disponibile sul sito del Quirinale (clicca qui)