Ecco perché la crisi in Etiopia dovrebbe interessarci (ed essere in prima pagina)

Partiamo da una premessa: ogni guerra, ogni conflitto e ogni vittima dovrebbe interessarci. A maggior ragione se quelle denunciate sono vere e proprie stragi a danni di civili come testimonia il recente rapporto di Amnesty International sugli scontri nella regione del Tigray in Etiopia. Detto questo quanto sta avvenendo nel Paese africano e il rischio di una guerra civile dovrebbe interessarci – come italiani ed europei – per almeno quattro ragioni.

Se non sapete quello di cui stiamo parlando vi consigliamo questo articolo a firma dell’Ispi.

Qui puoi leggere un approfondimento curato dell’Ispi
  1. Per quello che l’Etiopia rappresenta per l’Africa. L’Etiopia è stata negli ultimi anni uno dei Paesi con il maggior tasso di crescita economica nel continente africano con una crescita nel 2019 dell’8,3% (dato della Banca mondiale). È il secondo Paese africano per numero di abitanti, dopo la Nigeria, con 115 milioni di abitanti; praticamente un africano ogni dieci vive qui. L’aeroporto di Addis Abeba e la compagnia di bandiera, l’Ethiopian Airlines, rappresentano uno snodo cruciale per l’est Africa e il resto del continente. E l’elenco potrebbe continuare…una crescita che nasconde però anche qualche insidia (per approfondire)…

  2. Per quello che l’Etiopia rappresenta per il Corno d’Africa. L’Etiopia è stata negli ultimi decenni un punto di riferimento decisivo negli equilibri regionali soprattutto in qualità di principale alleato nella regione degli Stati Uniti d’America e dei Paesi dell’Unione europea. Negli ultimi due anni in particolare, con la nomina del Primo Ministro, Abiy Ahmed, e l’accordo di pace firmato con l’Eritrea, il clima politico in tutta la regione è decisamente migliorato. Una distensione di cui hanno beneficiato anche i Paesi vicini, Sudan e Somalia in primis. Equilibri interni tra componenti etniche e gruppi di potere che rischiano di saltare se la guerra nel Tigray dovesse intensificarsi e – ma questo sarebbe lo scenario peggiore – potrebbero esserci ricadute sui Paesi vicini.

  3. Per quello che l’Etiopia rappresenta per la Comunità Internazionale. Proprio per il percorso di pace intrapreso con l’Eritrea il premier Abiy Ahmed è stato insignito del premio Nobel per la pace 2019 (forse dovremmo imparare ad aspettare qualche anno prima di dare assegnare certe onorificenze) ed è stato ampiamente riconosciuto come leader di caratura non solo continentale, ma internazionale. Non è un caso che la decisione di bombardare la regione del Tigray e il pugno duro mostrato in questi giorni stiano generando non poco imbarazzo. Ma l’Etiopia è anche la sede dell’Unione africana e una guerra che dovesse estendersi avrebbe senz’altro ricadute anche sull’attività dell’Organizzazioni e sul ruolo continentale di Abiy Ahmed e dell’Etiopia stessa. Problemi potrebbero sorgere anche per le altre organizzazioni internazionali e le molte imprese private che hanno ad Addis il loro quartier generale da cui gestiscono le operazioni in tutto il Corno d’Africa.

  4. Per quello che l’Etiopia rappresenta per i flussi migratori. Grazie anche alla stabilità politica degli ultimi vent’anni l’Etiopia ha accolto – in molti casi suo malgrado – flussi di rifugiati provenienti dai Paesi vicini: secondo dati UNHCR nel 2020 i rifugiati accolti nel Paese erano 735 mila di 26 diverse nazionalità: le più numerose sono Sud Sudan (329 mila), Somalia (191.575), Eritrea (139,281) e Sudan (42 mila).
    Una parte dei rifugiati accolti negli ultime anni ha successivamente proseguito il cammino verso l’Europa (passando dalla Libia) o verso Israele e il Medio Oriente (passando dal Sinai).
    Non è un caso che l’Etiopia sia da anni un partner privilegiato della strategia europea di controllo dei flussi migratori. Attraverso il Fondo fiduciario per l’Africa (EU EMERGENCY TRUST FUND FOR AFRICA) l’Unione europea ha già approvato progetti nel Paese per 336 milioni di euro.  
    Non per agitare spauracchi, ma è evidente che un allargamento del conflitto avrebbe come inevitabile conseguenza, nel medio e lungo periodo, l’aumento delle partenze verso l’Europa.

Per maggiori informazioni https://ec.europa.eu/trustfundforafrica/region/horn-africa/ethiopia

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