Il testo dell’accordo di cooperazione stipulato tra Italia e Niger il 26 settembre 2017 risulta estremamente semplice – si tratta di sole 6 pagine – ed è sostanzialmente un copia incolla di accordi di carattere militare precedentemente conclusi dall’Italia.
A dirlo – documento alla mano – sono i referenti di Asgi (Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione), Cild (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili) e della Rete Italiana contro il Disarmo che ne hanno svelato il contenuto lo scorso 6 febbraio a Roma.
Termina così una querelle che si trascinava da mesi: con una richiesta di accesso civico, Asgi aveva chiesto di conoscere il contenuto dell’accordo Italia-Niger e di ricevere copia delle lettere del 1 novembre 2017 e del 15 gennaio 2018 inviate dal governo nigerino a quello italiano, ma il Governo italiano aveva negato l’accesso a questi documenti per motivi di sicurezza e pregiudizio per le relazioni internazionali. A seguito di questo diniego, gli avvocati di ASGI, con l’intervento ad adiuvandum di CILD e Naga, hanno quindi presentato ricorso al Tribunale Amministrativo per il Lazio, che il 16 novembre scorso ha parzialmente accolto il ricorso ordinando al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale di esibire l’accordo.
Scarica il testo dell’accordo Italia-Niger
«Di particolare interesse, e preoccupazione, è il fatto che questo, come altri simili accordi, enfatizza la cooperazione militare sul piano degli armamenti, come se la fornitura di armi fosse tra le finalità principali. Questo aspetto si colloca, però, al di fuori di una accertata e dichiarata ragione di sicurezza e di politica internazionale», scrive Luciano Ardesi su Nigrizia.
A destare la preoccupazione delle associazioni è anche il rifiuto – da parte del governo – di rendere pubbliche le lettere scambiate con il governo nigerino.
«Dalla lettura dell’accordo – si legge nel Dossier preparato da Cild, Asgi e Rete Disarmo – emerge palese come l’autorizzazione del Niger a che un contingente straniero entri sul proprio territorio non può trovare il fondamento nel generico accordo di cooperazione tra i due paesi. Infatti, già all’art.1 si prevede che sulla base del presente accordo le parti potranno sottoscrivere intese tecniche diattuazione della cooperazione militare e all’art.11 che le parti possono stipulare protocolli aggiuntivi in ambiti specifici della cooperazione in materia di difesa che coinvolgono organi militari e civili. Senza dubbio, le lettere sono questi protocolli e intese successive che legittimano e dettano i contorni della missione militare italiana in Niger».
Tuttavia al momento le lettere sono sconosciute, non solo ai cittadini, ma perfino ai parlamentari che non hanno mai richiesto di conoscerne il contenuto.
Intanto sul terreno continua il dispiegamento dei militari della Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (MISIN), anche se al momendo i militari presenti sono meno di cento, rispetto ai 470 previsti.