Un nuovo incontro tra i capi di stato e di governo di Africa ed Unione europea si terrà a novembre 2017 ad Abidjan.
Si tratta del 5° Africa-Eu Summit dopo quelli de “Il Cairo” (2000), Lisbona (2007) e Tripoli (2010), Bruxelles (2014) a cui si è aggiunto il summit sulle migrazioni del novembre 2015 a La Valletta.
L’incontro avrà un valore significativo perché permetterà di fare il punto sulle relazioni tra i due continenti a dieci anni dal lancio della “Joint Africa-Eu Strategy” adottata nel 2007.
“Il 2017 è l’anno scelto per un nuovo impeto nel partenariato tra Europa e Africa – ha dichiarato l’Alto rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune, Federica Mogherini: ogni ostacolo che possiamo affrontare è una sfida comune, e la speranza dell’Africa è la nostra speranza”.
Molti i temi sul piatto nell’incontro ad Abdjan: commerci, cooperazione allo sviluppo e di sicurezza, ambiente, relazioni diplomatiche, gestione delle migrazioni.
Un focus particolare – stando ai documenti ufficiali – sarà riservato al tema dei giovani e al loro futuro. Un tema particolarmente caro all’ormai ex presidente della Commissione dell’Unione africana, Dlamini Zuma, che nel 2014 a Bruxelles aveva ricordato come ogni anno, in Africa, circa 10 milioni di giovani si affacciano al mondo del lavoro.
“L’Africa – aveva concluso Dlamini Zuma – è un continente di enormi opportunità, ma da sole le opportunità non bastano, devono essere trasformate in ricchezza”.
L’obiettivo, almeno dal versante europeo, sarà quello di procedere con forza verso un rafforzamento nelle relazioni tra i due continenti. Perché, nonostante i grandi cambiamenti avvenuti negli ultimi due decenni, con l’ascesa incontrastata sullo scenario africano di nuovi e vecchi attori come Cina, Stati Uniti, Brasile, India, Paesi del Golfo ecc – l’Unione europea resta il principale partner economico del continente.
Gli investimenti diretti esteri verso l’Africa dai Paesi Ue hanno toccato i 32,2 miliardi nel 2015 e le rimesse verso il continente, nello stesso anno, sono state di 21,1 miliardi. A questi bisogna aggiungere, ogni anno, circa 20 miliardi di aiuti allo sviluppo (ODA).
Non dobbiamo però dimenticare i nodi ancora scoperti come l’implementazione degli EPA (gli Accordi di partenariato economico – leggi la nostra mini guida) che l’Unione europea sta spingendo (in alcuni casi imponendo) alla controparte africana.
Ma la sfida non è solo economica o commerciale, è soprattutto politica di fronte ad un Continente che, demograficamente, conterà sempre di più negli equilibri mondiali e che possiede risorse umane e materiali difficili da quantificare.
Si tratta allora di fare il punto su un cammino che, dalla decolonizzazione in poi, è stato forse più segnato da ombre che da luci. Un percorso politico che, nonostante i tentativi portati avanti dal 2007, sembra non decollare.
“Una domanda chiave che non è affrontata è il perché l’ambizione politica degli ultimi dieci anni non è stata pienamente realizzata”, si è chiesto, commentando la dichiarazione della Commissione, Geert Laporte, direttore dell’European Centre for Development Policy Management. “Cosa ha impedito al partenariato politico di prendere forma e quali sono i fattori e gli attori che potrebbero contribuire a fare le cose diversamente nel futuro?”
https://www.africaeuropa.it/it/2014/04/09/laporte-ecdpm-e-leu-africa-summit1-la-sfida-piu-grande-creare-lavoro-in-africa/
Domande a cui speriamo saprà dare una risposta il lavoro preparatorio dei prossimi mesi, nella speranza che il dibattito politico non si appiattisca sulla richiesta europea di collaborazione nel tentativo di arginare le migrazioni e si trovino leader lungimiranti (e credibili) da entrambe le sponde del Mediterraneo.
Perché, come recita il motto di questa pagina, africaeuropa “due continenti, un solo futuro”.
***Il blog Africaeuropa è nato proprio in occasione del Summit di Bruxelles del 2014. Inutile dire che seguiremo con molto interesse il proseguo dei lavori. Stay tuned.