+++ Chiudono la Misna +++
Un appello ai missionari:
L’agenzia non può finire così

LOGOMISNA

La notizia è di quelle che lasciano senza parole: la Misna, agenzia di stampa missionaria, ha annunciato la chiusura della testata a partire dal 31 dicembre 2015.

Lo spiegano gli stessi giornalisti in un comunicato pubblicato sul sito www.misna.org alle 13.10 del 18 dicembre:

La redazione, con i collaboratori e i traduttori, è sconcertata per un grave errore, compiuto in un momento più che mai delicato per l’informazione da e con i Sud del mondo. E richiama l’azienda alle sue responsabilità nei confronti di un’agenzia di stampa che da 18 anni racconta quelle “periferie” del mondo, non solo geografiche, tanto care a Papa Francesco.

Una doccia fredda per chi ha visto crescere questa piccola agenzia fino a diventare una delle voci più autorevoli in Italia (e non solo) per l’informazione dal mondo ed, in particolare, dall’Africa.

Sfruttando la presenza di missionari impegnati nei diversi Paesi, come fonti primarie e autorevoli di informazione, e sempre più interpellando direttamente i rappresentanti delle comunità locali, la Misna è riuscita ad offrire un punto di vista puntuale ed originale su quanto avveniva nel mondo.

I problemi economici dell’agenzia, che ha come editori quattro Congregazioni missionarie italiane (Pime, Missionari Comboniani, Missionari Saveriani e Missionari della Consolata), non erano certo nuovi, come ha dimostrato il progressivo ridimensionamento della redazione avvenuto negli ultimi anni.

Sono lontani i tempi della direzione di padre Giulio Albanese, fondatore della Misna nel 1997, quando gli Istituti – in un periodo per loro economicamente più favorevole – avevano scelto di puntare energie e risorse in un progetto di informazione innovativo non solo nei contenuti, ma anche nelle modalità.

Una collaborazione tra differenti realtà del mondo ecclesiale che usciva dai particolarismi che, troppo spesso, avevano contraddistinto la stampa missionaria italiana. Una spinta propulsiva che sembra non aver resistito ai morsi di una crisi che, da anni, sta colpendo il mondo dell’informazione ed, in particolare, quello della stampa missionaria; complice la crisi economica che ha investito gli Istituti stessi. La decisione purtroppo è in linea con quanto fatto, negli ultimi dodici mesi, dai gesuiti con la chiusura di “Popoli” e dai padri dehoniani con “Il Regno” e “Settimana”.

Ma non possiamo negare come alle difficoltà economiche sia corrisposta un’incapacità dell’agenzia nello stare al passo con i tempi soprattutto per quanto riguarda la presenza sui social network. A fare autocritica sono gli stessi giornalisti della Misna:

“Non si possono non rilevare inoltre macroscopici errori che hanno progressivamente minato il futuro editoriale dell’agenzia. Dall’errata valutazione di un mercato in rapida evoluzione, alla lentezza nell’intervenire sui settori di bilancio,sempre e comunque nell’assenza di un dialogo più volte auspicato dai giornalisti.

A dipendenti e collaboratori è arrivata la solidarietà dell’Associazione Stampa Romana che ha parlato della Misna come di una realtà che “in tutti questi anni ha illuminato le periferie del mondo e ha costituito preziosa fonte di contatti per le aree di crisi più lontane nel mondo”.

cropped-logo1Un riferimento alle periferie del mondo che ci strappa un sorriso, amaro. 

E’ certamente una coincidenza fortuita, ma proprio oggi, nel giorno in cui è stata annunciata la chiusura dell’agenzia missionaria, un “un gruppo di associazioni e movimenti” ha lanciato il sito del progetto “Illuminare le periferie del mondo” che nasce con l’obiettivo di “portare alla luce fatti, vicende, storie che troppo spesso vengono ignorate dall’informazione mainstream”.

In poche parole quello che i giornalisti della Misna hanno fatto con impegno e professionalità per 18 lunghi anni.

La speranza è che Pime, Saveriani, Comboniani e Missionari della Consolata ci ripensino. E con loro, anche noi lettori, troppo tirchi per pagare un abbonamento…salvo poi ritrovarci a rimpiangere le cose, una volta che sono perdute.

 – In queste ore è stata lanciata una petizione per chiedere un intervento alla Conferenza episcopale italiana che potrebbe avere le risorse per scongiurare la chiusura.

*Firma la petizione per chiedere alla Cei di intervenire per salvare la Misna 

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