Parlamento Europeo:
al voto la nuova legge
sui “minerali insanguinati”

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Si prevede battaglia martedì 19 maggio a Strasburgo quando approderà, nell’aula del Parlamento Europeo, la nuova proposta di legge sulla trasparenza nelle importazioni di minerali provenienti da zone di conflitto. Da mesi associazioni, ONG e movimenti che invocano maggiore “responsabilità” delle imprese europee nella catena di approvvigionamento delle materie prime, si stanno battendo perché la legge che verrà votata mercoledì 20 maggio non sia una legge svuotata dei suoi reali poteri.

Da alcune settimane, attraverso una campagna di mail bombing indirizzata ai parlamentari europei, una decine di reti ed organizzazioni europee stanno invocando una legge più “ambiziosa”. Ecco il testo della mail che potete inoltrare cliccando qui.

ll suo voto a favore di una legge ambiziosa sui “minerali dei conflitti”

Signora, Signor europarlamentare,

L’obiettivo preannunciato è quello di rompere il legame tra le risorse naturali e conflitti, come il caso della zona orientale della Repubblica Democratica del Congo ma anche della Birmania, della Colombia o ancora dello Zimbabwe e della Repubblica Centrafricana. Ad oggi sono le popolazioni che pagano, con violenze e condizioni di vita indegne, il prezzo dello sfruttamento di alcune risorse naturali.

Mentre accogliamo con favore che un’iniziativa del genere sia stata presa dall’Unione Europea, non possiamo non sottolineare la debolezza del sistema attualmente proposto dalla Commissione per il commercio internazionale (INTA).

Affinché una legge come questa contribuisca realmente a rompere il legame tra le risorse naturali e conflitti, dovrebbe essere applicata:

  • In maniera obbligatoria e non volontaria
  • A tutte le risorse naturali
  • A tutte le imprese europee che introducono sul mercato europeo prodotti contenenti minerali estratti in zone di conflitto.

In quanto cittadino/a europeo/a, le chiedo di votare per l’adozione di una legge efficace che contribuisca realmente a mettere fine ai conflitti.

Miniera di Coltan in Repubblica Democratica del Congo

Miniera di Coltan in Repubblica Democratica del Congo

Il voto del 20 maggio rappresenta il punto di arrivo di un cammino portato avanti da alcuni anni a livello di istituzioni comunitarie. Noi di Africaeuropa ne avevamo già parlato nei mesi scorsi.

Vi segnaliamo in particolare due approfondimenti sul tema:

L’intervista a Eugenio Melandri della campagna italiana “Minerali Clandestini”

L’approfondimento di José Luis Gutiérrez Aranda  (AEFJN Policy Officer)  sul cammino della legge che arriva ora alla prova del voto

LE CRITICHE ALLA PROPOSTA DI LEGGE

Sono soprattutto due le critiche che vengono mosse al testo già votato dalla Commissione per il commercio internazionale del Parlamento UE e che sta per approdare in aula.

Per prima cosa si chiede ai Parlamentari europei di non limitare – come previsto dalla proposta – la nuova legge sulla tracciabilità solo alle importazioni di oro, stagno, tantalio e tungsteno, ma di applicarla a tutti i minerali.

In secondo luogo si auspica che l’obbligo di certificare la non provenienza dei minerali da zone di conflitto sia esteso a tutte le imprese e non solo alle fonderie e raffinerie dell’Unione europea.

La speranza è che quella di mercoledì 20 maggio possa essere ricordata come una pagina importante nella costruzione di un’Europa più giusta e non come una nuova occasione mancata.

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