Una barca e il suo capitano, 8 tra scrittori, illustratori e blogger delle due sponde del Mediterraneo, un mediatore, due “ambasciatori” di Africa ed Europa.
Pochi metri quadrati di spazio per vivere e il vento per navigare: da Siviglia a Mazara, percorrendo per due mesi la sponda sud tra Melilla, Algeri e Tunisi.Un gruppo di uomini e donne con un solo obiettivo: raccontare e raccontarsi attraverso le proprie arti per costruire qualcosa che sia “altro da sé”, nel senso più alto e nobile del termine, arrivando alla pubblicazione di un libro “senza patria” che verrà presentato nel dicembre 2015.
Sono questi gli ingredienti di “Integrazione Clandestina” un progetto nato su un’isola (e non poteva essere altrimenti), la Sardegna, grazie alla volontà della cooperativa Abracadabra Onlus di Sassari, e cresciuto coinvolgendo due università – quella di Sassari e di Siviglia che svolgeranno una ricerca antropologica sul viaggio – e associazioni delle due sponde del Mediterraneo.
Una rete che continua a crescere e di cui, anche noi di Africaeuropa, siamo entrati con entusiasmo a far parte.
“Integrazione clandestina” salperà ufficialmente il 15 giugno 2015 da Siviglia, ma il viaggio è già partito: da oggi è possibile presentare la propria candidatura per far parte dell’equipaggio di scrittori, blogger e illustratori – africani ed europei – che saranno a bordo di “Integrazione clandestina”.
Il processo di selezione dei partecipanti terminerà il 25 gennaio e successivamente partirà una raccolta fondi dal basso per sostenere il progetto.
Per candidarsi è necessario compilare il modulo che si trova sul sito clandestineintegration.org e inviare una propria foto con in mano un foglio con scritto: “Aiutami a Partire #Clandestineintegration”. Le foto verranno pubblicate sulla pagina facebook dell’iniziativa.
Crediamo sia arrivato il momento di smetterla di parlare di dialogo interculturale per iniziare realmente a dialogare, da uomini.
Potrebbe sembrare un paradosso, ma spesso, persi nel tentativo di prepararci a questo incontro, finiamo per perdere la curiosità e il gusto di incontrarci.
Dimentichiamo come, in fondo, le cose che ci uniscono sono molte di più di quelle che ci dividono.
Ben venga allora una barca, un po’ di clausura e le emozioni che solo il mare sa regalare.
Quello che nascerà dipenderà dal vento.
Buona navigazione “Integrazione Clandestina”.