E’ stata lanciata oggi e continuerà fino al prossimo 26 ottobre l’operazione “Mos Maoirum”, promossa su iniziativa della presidenza italiana dell’Unione europea (qui tutti i dettagli). Nell’operazione saranno coinvolti circa 18 mila poliziotti dei diversi Paesi europei con l’obiettivo di identificare i migranti irregolari presenti nel territorio dell’Ue e ricavare informazioni utili al contrasto delle organizzazioni dedite al traffico di esseri umani.
Non si tratta di una novità assoluta (azioni simili vengono organizzate periodicamente sul territorio europeo), ma viene da riflettere a sentir parlare di quella che è, nei fatti, un’operazione di schedatura su larga scala a solo dieci giorni dalle commemorazioni del Tre ottobre.
Pubblichiamo di seguito il commento di Alberto Biondo, amico di africaeuropa, e operatore dell’associazione Borderline Sicilia che opera per la difesa dei diritti dei migranti in territorio siciliano. L’associazione attraverso il proprio sito svolge anche un’importante opera di monitoraggio delle strutture di accoglienza.
Mentre in tutto il mondo si sono organizzate iniziative per commemorare il Tre ottobre, giorno di una strage sanguinosa ad opera della fortezza Europa, i nostri politici si incontrano per mettere in piedi la più grande operazione di polizia volta a fermare, identificare e controllare i migranti intercettati su tutto il territorio continentale. Operazione che sarà guidata dall’Italia.
Quindi da un lato vediamo schieramenti di attivisti che gridano, si ribellano e camminano a fianco dei migranti e dall’altro i politici che piangono lacrime di coccodrillo davanti alla Tv ma poi scelgono la linea dura.
Il Tre ottobre ha cambiato il sistema mediatico che gira intorno, facendo passare noi italiani come angeli custodi dei fratelli africani, quando l’ipocrisia di questo sistema non riesce a far scoprire le carte parlando di genocidio controllato!!!
Vogliamo aiutare questi fratelli che partono dalle coste africane e non farli affondare nel Mediterraneo?
Semplice non sperperiamo tutto questo denaro pubblico con le operazioni Mare Nostrum, Frontex (ecc…) e diamo la possibilità di visti, creando corridoi umanitari; è ora di buttare la maschera e dire le cose come stanno. Almeno pretendiamo la verità su questo sistema di morte messo in atto (e lo pretendono ancor di più tutte quelle mamme, quei papà e parenti che ancora non hanno trovato pace, che non riescono a piangere i propri cari).
Togliamo la possibilità a gente senza scrupoli di arricchirsi trattando queste persone come merce avariata, diamo invece la possibilità di una vita vera vissuta come ognuno di noi vorrebbe fare.
Invece no, prima Mare Nostrum adesso Frontex Plus, Mos Maiorum e Triton, raccontano di una chiusura con le porte blindate di questa povera e impaurita Europa. Non contano le vite umane ma soltanto il confine, le frontiere e in tutto questo c’è pure chi guadagna con il bene placito del sistema: ci guadagnano le agenzie di controllo, ci guadagnano gli enti gestori dell’accoglienza, ci guadagnano albergatori sull’orlo del fallimento che si convertono in buoni samaritani. Tutta la logica passa attraverso il denaro: è stato sempre così e il Tre ottobre del 2013 è riemersa fortemente la finalità del sistema: fare soldi, fare circolare denaro a spese delle vite che annegano ogni giorno in mare e non importa se sono donne o bambini.
Abbiamo velocemente rimosso le immagini della mamma in fondo al mare che stringe la propria bambina, o i coniugi che si sono stretti forte per non lasciarsi strappare dal mare di morte; abbiamo rimosso subito la rabbia di quelle immagini per ripartire dopo un anno con l’abolizione di Mare Nostrum e il ritorno a sorvegliare le nostre frontiere.
La gente continuerà a lottare per la propria vita e continuerà a rischiare di morire nel Mediterraneo cercando di trovare un buco nella fortezza; consapevole che rischiare di morire è meglio che restare nel proprio paese, perché noi lo abbiamo distrutto e depredato.
Siamo finti buoni e il Tre ottobre ha messo in luce tutto questo, vogliamo soltanto mantenere un controllo su tutto e tutti anche su chi deve vivere o morire in mare o sulla terra.
Ma non siamo Dio e forse, quando lo capiremo, sarà troppo tardi per invertire la rotta che ci proietta sempre più verso un mondo pieno di odio e rancore.
Alberto Biondo