Dal 22 al 25 maggio oltre 400 milioni di elettori europei saranno chiamati alle urne per eleggere i nuovi rappresentanti al Parlamento europeo. (Qui trovate alcune informazioni sul voto). Per l’occasione vi proponiamo l’editoriale apparso sul portale del sito Eurcom – Giornalisti per l’Europa con cui “Africaeuropa” ha iniziato a collaborare.
Una lettera indirizzata ai candidati alle prossime elezioni per il Parlamento europeo (e indirettamente a tutti i cittadini dei 28 Paesi dell’Unione) per invitarli a non rinchiudere la competizione elettorale tra i confini dell’Europa. A firmarla è l’Africa Europe Faith Justice Network (Aefjn), network internazionale nato nel 1998, che raccoglie 50 congregazioni religiose cristiano-cattoliche e circa ottantamila aderenti nei due continenti.
“Essendo il Parlamento europeo un importante attore sul palcoscenico politico globale – si legge nella lettera –, le sue decisioni su industria, commerci e agricoltura hanno ripercussioni sul benessere dei popoli che vivono lontano dai confini dell’Ue”. Questo perché, attraverso le sue politiche, l’Unione europea influenza “l’accesso alle risorse basilari e alle strutture che sono fondamentali per la dignità di ogni persona”.
Quello che arriva dai missionari è un invito alla coerenza da parte dei prossimi parlamentari europei. “Attualmente – spiegano nel loro appello – la mancanza di coerenza politica fa sì che mentre alcuni settori dell’Unione europea lavorano per la pace, alcune delle sue politiche contribuiscono ad alimentare la povertà e le disuguaglianze, che sono la principale causa di conflitti in Africa e rendono difficile la loro risoluzione”.
Una constatazione che è supportata da alcuni esempi concreti, ambiti in cui vengono richiesti impegni precisi ai futuri europarlamentari.
Il primo riguarda l’agricoltura e la sovranità alimentare, con l’invito a sostenere forme di agricoltura sostenibili in Europa e nei Paesi in via di sviluppo e la critica a forme di liberalizzazione commerciale che hanno portato alla riduzione dei prezzi al di sotto dei costi di produzione rendendo la vita insostenibile specialmente per i “family” farmers africani.
Il secondo punto è un invito ad eliminare i sussidi pubblici ai bio-carburanti perché la loro produzione destinata al mercato europeo sta “causando l’aumento del prezzo del cibo, danneggiando terreni su larga scala e alimentando la deforestazione nei Paesi in via di sviluppo”.
Altro capitolo centrale è quello inerente lo sfruttamento delle materie prime. In questo settore l’invito ai futuri eurodeputati è di promuovere la trasparenza delle imprese europee impegnate nel settore estrattivo nel mondo.
Infine un richiamo alle politiche commerciali, tema caldo considerando le discussioni in atto per la revisione dell’accordo di Cotonou e la stipula degli EPAs (Accordi di parternariato economico). Qui il richiamo è al Trattato di Lisbona che, agli articoli 3 e 21, “obbliga l’Ue a rispettare e promuovere i diritti umani, socio-economici e ambientali nella propria politica estera”.
Sono queste sfide su cui il Parlamento europeo sarà chiamato a esprimersi nei prossimi anni, ma su cui è necessario anche l’interesse e il coinvolgimento dei singoli cittadini perché si possa arrivare, come sintetizzano i membri dell’AEFJN, a “creare un’Europa che sia socialmente consapevole e volenterosa di sostenere la dignità di tutti gli esseri umani e la salvaguardia del pianeta”.
A questo link trovate la lettera completa in inglese, spagnolo e francese.